fbpx
Sat Nam: Salutare e lasciare andare le vecchie abitudini

Sat Nam: Salutare e lasciare andare le vecchie abitudini

SAT NAM

Traduzione 
VERA IDENTITÀ

Questo mantra, composto da due “semplici” parole, condensa il seme che è alla base della nostra esperienza umana di “partenza” e di “arrivo”.
Nella traduzione letterale, SAT NAM, significa “Vera identità”, che per quanto ad un prima fugace lettura possa sembrare avere un senso, successivamente diventa più chiaro che è un ossimoro. Ma andiamo per gradi.

A cosa ti può servire?
– Aiuta a ridurre la pressione dell’ansia e dello stress
– Può creare uno stato di quiete e di gioia
– Dà energia allo spirito e alla psiche
– Risveglia l’intuizione e la creatività e il coraggio

Nel momento in cui si canta il SAT NAM si attiva l’energia che cancella i vecchi schemi, creando spazio per installare nuovi “modi di fare”. Attraverso questo meraviglioso strumento si possono eliminare tutti gli effetti negativi, anche quelli che derivano da una giornata passata completamente immersi nel mare dello “stress perenne”.

L’esperienza prima di tutto: Una semplice meditazione per sperimentare la potenza del Sat Nam
Oltre ad essere un saluto che normalmente ci si scambia tra praticanti di Kundalini Yoga, questo mantra è utilizzato alla fine delle lezioni per chiudere e sigillare lo spazio aperto all’inizio delle classi dall’Adi Mantra. Per provare con quale e quanta forza il suono di queste due parole può “impattare” sul tuo sistema, puoi fare questa piccola meditazione che ti impegnerà solo per 11 minuti.

1) Apri lo spazio dell’esperienza vibrando l’Adi Mantra 3 volte.

2) Siediti a terra e incrocia le gambe tenendo la schiena dritta, ma rilassata (Nel Kundalini Yoga questa postura è detta “posizione facile“). Se non ti senti a tuo agio o trovi particolarmente scomoda questa posizione, puoi allungare le gambe mentre ti poggi con la schiena contro un muro, o sederti su di una sedia con la schiena dritta, senza poggiarti alla spalliera.

3) Chiudi gli occhi e concentrali nel punto al centro tra le sopracciglia.

4) Metti le mani nel mudra della preghiera, palmo contro palmo con i pollici verso il petto, a contatto con il centro dello sterno.

5) Inspira profondamente e vibra sei volte la parola SAT, e per ultimo il NAM. Il tutto deve essere cantato in un’unica espirazione.

Quando vibri il SAT, fa in modo che la lettera “A” sia particolarmente prolungata e vibrala abbassando e alzando il volume delle voce, come un’onda del mare. Il NAM, invece sarà vibrato ripetendo la sillaba così com’è.

Ad ogni ripetizione della parola SAT e dell’ultima di NAM, concentrati per spostare il suono lungo la tua schiena, partendo dal basso.

Durante ogni onda la tua attenzione si focalizzerà su un chakra diverso, che sarà avvolto dall’energia del mantra. Immagina di portare questa forza universale in questi punti:

1) Base del corpo (SAT)
2) Zona genitale (SAT)
3) Ventre (SAT)
4) Cuore (SAT)
5) Collo (SAT)
6) Centro della fronte (SAT)
7) Parte superiore della testa (NAM)

Alla fine, inspira e concludi la meditazione vibrando altre tre volte il “Sat Nam”

Cosa c’è dietro.

Già sulla prima parola, SAT, si potrebbe aprire un dibattito sulla natura della verità, su cosa sia, come possa essere esperita e così via… Argomenti molto interessanti, che attengono più alla filosofia occidentale che al Kundalini Yoga, che è una disciplina che si basa su di una “consapevolezza applicata” senza perdersi in sterili speculazioni, creando azioni finalizzate al raggiungimento di risultati pratici molto precisi.

Per questa ragione è possibile che una delle forme della verità, per chi pratica il Kundalini Yoga, possa essere il sentire profondo della propria anima, che è, auspicabilmente, l’unica guida attendibile per non rimanere imbambolati a girare sulla giostra del Karma, tra cavalli luccicanti, tigri volanti e cammelli parlanti! (Ma cosa ho scritto?… Aspetta che ci riprovo)

La verità che c’è nell’anima sarebbe un’emanazione di quella goccia di Infinito che è stata instillata in ogni essere vivente alla sua nascita. Il che, tradotto in comprensibilese moderno 2.0, potrebbe essere un frammento della divinità generatrice, che avendo contezza del “tutto” è essa stessa la creatrice di ciò che è vero.

Il NAM, invece, indica l’espressione dell’identità. Immagino sia piuttosto evidente l’assonanza tra NAM e NOME, o NAME in Inglese, cosa che semplifica di molto la mia opportunità di condividere in modo più semplice e sintetico questo concetto: il nome che hai non è la persona che sei. Serve nella stragrande maggioranza dei casi per indentificarti, per agevolare la relazione con i tuoi simili. È qualcosa di molto simile alla tanto citata mappa che non corrisponde mai al territorio.

A questo punto “Vera Identità” potrebbe semplicemente essere una menzogna, o uno dei tanti inganni di Maya e forse lo è… Ma è un inganno funzionale. Perché sebbene il seme sia proprio un ossimoro, la luce del SAT illuminando il NAM, lo rende visibile soprattutto attraverso l’ombra che il NAM proietta, ovvero l’identità di cui sopra, che esiste nella luce senza dissolversi, per creare un testimone attendibile dell’esperienza umana. (Ma cos’ho scritto? E so’ 2!)

Perciò il SAT ha bisogno di un testimone per essere tale ed il Nam ha proprio questa funzione essendo il contenitore della realtà immaginata che viene illuminata dalla verità.

Dove tutto nasce e si trasforma

Questo “mantra seme” o Bijia Mantra, può ricongiungere la parte sottile e la parte densa che è in ognuno, grazie alla vibrazione di queste due parole.

Ed è proprio nella sua natura di “seme” che è celata una delle sue qualità fondamentali. Il seme è un portatore naturale di vita, di novità e grazie a queste caratteristiche il SAT NAM è uno strumento estremamente efficace per rompere i vecchi schemi e liberarsi delle abitudini che non portano felicità. La capacità del SAT di trascendere il tempo e lo spazio, costringe il Nam a gettare la maschera, liberandoci dal ciclo di “azione e reazione” mentre la consapevolezza si sposta più in alto, riuscendo a vedere la verità che prima era celata nell’ombra del NAM.

Da dove proviene

Scritto nell’antica lingua dei Sikh, il Gurmukhi, SAT NAM è il seme che nasce dal “Mul Mantra”, o mantra Radice, che Guru Nanak pronunciò nel momento della sua illuminazione spirituale. Nei suoi versi si manifesta il nucleo, la verità essenziale della creazione e si dice che la sua vibrazione può essere così potente da cambiare anche il destino di chi lo vibra. Ma di questo ne parleremo prossimamente…

Per il momento… SAT NAM e viaggia felice.

Mangala Charan Mantra, per viaggiare felici (e protetti)

Mangala Charan Mantra, per viaggiare felici (e protetti)

Aad Gureh Nameh
Jugaad Gureh Nameh
Sat Gureh nameh
Siri Guru deveh Nameh

Traduzione 
Mi inchino alla saggezza originaria
Mi inchino alla saggezza che attraversa tutte le ere
Mi inchino alla vera saggezza
Mi inchino alla grande saggezza divina

Il secondo mantra che di solito s’impara, quando si inizia a fare Kundalini Yoga, è il MANGALA CHARAN MANTRA, ovvero MANTRA PER VIAGGIARE FELICI.

Ogni volta che si vibra questo potente mantra si crea uno scudo protettivo attorno a chi lo recita richiamando l’energia che lo circonda per difenderlo. Ma in che modo funziona questa protezione? Cosa fa? Più avanti te lo spiego. Per ora prova a vibrarlo e porta attenzione a ciò che fa fiorire in te.

Ascolta il mantra:

Rimettere le cose in movimento

Quando vivi in un momento di profonda stasi, quando tutto è fermo e bloccato, vibrare questo mantra rimetterà le cose in movimento. La pratica costante di questo mantra ti permetterà di riconoscere la tua vera forza anche nei momenti in cui ti sentirai più debole. È il mantra dell’umiltà dell’anima che s’inchina, quattro volte (nameh) alla Coscienza Universale.

È la forza della compassione, che come una luce bianca circonda chi lo recita, facendo fiorire il chakra del cuore, così che oltre a richiedere protezione al “Tutto”, proietta l’energia d’amore di Anahata nel creato. Quindi, quando si vibra il Mangala Charan Mantra, oltre ad essere protetti, si diventa guerrieri della luce.

Dal chakra del cuore si espande e si esprime il tuo senso di compassione e il desiderio di cura. Attraverso questo punto energetico, che si trova al centro del petto, tieni saldi i tuoi legami con gli altri esseri viventi, dai forza ai al tuo amor proprio, alla generosità, all’altruismo, al rispetto e alla gentilezza. Ricorda anche che Anahata è vulnerabile ai problemi legati all’amore e alle relazioni ed il Mangala Charan Mantra è uno dei mantra più efficace per proteggerlo.

Praticalo regolarmente e l’equilibrio del tuo sistema nervoso migliorerà. I sintomi dell’eccesso di stress si dissolveranno e diminuirà la pressione cronica della tensione che ormai sembra quasi la normalità.

Una meravigliosa meditazione con il Mangala Charan Mantra

Anche se, come ti ho detto all’inizio, puoi praticarla ovunque, trova un posto tranquillo, in casa o all’aria aperta, siedi per terra e poggia la schiena sul tronco di un albero o a un muro. In poche parole trova un luogo comodo e confortevole.

Chiudi gli occhi e concentra la tua consapevolezza sul respiro per 2-3 minuti finché non sentirai una sensazione di rilassamento. Puoi anche fare alcuni respiri profondi e lenti o respirare a narici alternate, aiutandoti con l’indice e il pollice della mano destra.

Dopo, sposta la tua consapevolezza sul punto del terzo occhio. Posiziona le mani in una posa di preghiera, palmo contro palmo, con le dita distese, al centro del tuo chakra Anahata e i pollici incrociati (donne pollice sinistro sul destro e uomini vice versa). Quando vibri Aad Gureh Nameh, estendi le braccia a 60 gradi, quando vibri Jugaad Gureh Nameh, riporta le mani al centro del petto. Poi, con Sat Gureh nameh, di nuovo le braccia estese a 60° e infine Siri guru deveh Nameh , tornando al petto.

Puoi aiutarti con questo mantra: 

 

Quando la mente inizia a vagare, riporta la tua attenzione alla recitazione del mantra e alla posizione degli occhi.

È normale “distrarsi” mentre si medita. La cosa più importante è rendersene conto e tornare a meditare con profonda compassione verso di sé e senza giudicarti. Se poi vuoi ottenere il massimo da questa meditazione, falla al mattino con costanza e potrai godere dei risultati meravigliosi di questo mantra.

I piccoli tesori del Mangala Charan Mantra
Se hai già letto l’articolo precedente sull’Adi Mantra, sei già a conoscenza del fatto che ci sono due “inchini” nelle suo testo. Nel Mangala Charan Mantra ce ne sono addirittura quattro ed il motivo è semplice: protezione totale a 360°. Ogni riga del mantra, infatti, indica una genuflessione:

Ad gureh nameh (a sinistra)
Jugad gureh nameh (dietro)
Sat gureh nameh (a destra)
Siri guru deveh nameh. (di fronte)

Questa intenzione “geometrica”, espressa dal mantra, crea i punti attraverso i quali si organizza l’energia a difesa di chi lo vibra. È un mantra che disperde le energie negative e tutte le forze che provano a sovrastare la tua volontà d’essere felice. Si dice anche che in questo mantra ci sia il potere di Marte, che combatte al fianco di chi lo recita.

Può cancellare il karma passato, presente e futuro, libero dal giogo del tempo, attraverso l’invocazione dell’energia cosmica. Dà energia all’aura e ai corpi meno densi che manifestano la natura di ogni essere umano.

Prova a recitarlo per tre volte consecutive prima di metterti alla guida o prima di fare qualcosa di particolarmente impegnativo e l’universo vibrerà d’amore insieme a te, facendo risuonare il chakra del cuore le Nadi (canali energetici) e l’aura che ti circonda.

Un po’ di storia…

Questo potente mantra utilizzato nel Kundalini Yoga, si trova nel Sukhmani Sahib (serie di inni sacri divisi in 24 sezioni che compaiono nel testo sacro Sikh – Sri Guru Granth Sahib), che è stato scritto da Guru Arjan Dev Ji (il 5 ° dei 10 Guru Sikh) ed è considerato un “kavach”, ovvero una preghiera indiana che invoca la protezione del recitante.

Nella mia esperienza, questo mantra, ha in sé un’infinita dolcezza ed effettivamente può dare un grande sollievo al cuore ed essere assolutamente uno scudo protettivo. Una protezione che non si costruisce sul cinismo o sulla sfiducia verso l’altro, anzi, è una protezione che invita tutto quello che ci circonda a sintonizzarsi con le note dell’armonia universale. È una protezione che combatte l’assenza di compassione, con la compassione stessa. Per questo spezza il karma, per questo può dove il resto non può. Quando si è sotto la protezione del Mangala Charan Mantra, più che a reagire riusciamo ad agire.

Ci vediamo a lezione per vibrarlo insieme… Sarà meraviglioso!

Sat Nam!

L’Adi Mantra

L’Adi Mantra

Ong Namo
Guru Dev Namo

Nelle parole sacre dell’Adi Mantra sono un condensati diversi significati. Dietro la leggerezza e la semplicità di questo che è il primo, tra i mantra del Kundalini Yoga che viene vibrato all’inizio di ogni lezione, c’è tanto altro che forse non conosci ancora.

I motivi per i quali vibriamo questo mantra sono Protezione e Connessione. Esistono diversi mondi in cui viene tradotto e quello che preferisco è: “Mi inchino davanti all’Universo. Mi inchino al maestro che è dentro di me“.

I due inchini fondamentali
Nell’Adi Mantra, quindi, dichiariamo di inchinarci non una, ma due volte. La prima è per dare contezza all’ego di essere uno con il tutto, la seconda per affidarci, abbandonarci ed accettare l’insegnamento che verrà dall’esperienza che stiamo per fare, grazie al “guru” che è in noi.

In questo caso il guru non è altro che un’energia che ci porta fuori dall’oscurità
(gu = incoscienza) verso la luce (ru = coscienza). È ciò che rende la nostra ”Luce” più forte.

La parte angelica
È uno strumento in cui lo spirito s’intreccia al tutto e porta l’interruttore da “off” a “on”, rendendo visibile e attivo ciò che di divino risiede in ognuno di noi. Inoltre è davvero interessante ricordare che una delle traduzioni di “Dev” è “angelico” (ricorda un po’ la parola “Deva”… non è vero?) e che riconoscendo l’esistenza di questa parte, nominandola, abbiamo un’opportunità in più d’ascoltare quello che di più “alto” e angelico è in noi.

È fondamentale per ognuno di noi affinare la capacità d’ascoltare il “Guru Dev”, il nostro sé superiore, che vive nei nostri cuori e che può essere la fonte di ispirazione e guida nel cammino della vita.

Perché facciamo l’Adi Mantra prima di iniziare la lezione?
Quando lo cantiamo, l’energia intorno e dentro di noi, si libera della parte più grossolana e diventa sottile e raffinata.

Per comprendere quanto può essere forte l’impatto dell’Adi Mantra, la prossima volta che lo vibri, fallo portando attenzione alla voce mentre lo stai cantando e probabilmente coglierai con più chiarezza in che modo agisce su di te e quanto influenza la comprensione più profonda del kriya che ti accingi a fare.

In ogni caso non preoccuparti: anche se non senti alcuna differenza, il mantra farà comunque il suo “lavoro” su di te e ti metterà nelle condizioni migliori per “apprendere”.

Mantra di apertura, ecco come si fa!

La posizione
Una volta seduti in posizione facile, ovvero a gambe incrociate, si raddrizza la colonna, morbidamente, facendo attenzione ad abbassare un pò il mento. Nel caso la posizione facile fosse scomoda si possono allungare le gambe o stare seduti su una sedia.

Le mani
I palmi spingono dolcemente uno contro l’altro e sono al centro del petto, le dita sono dritte, i pollici sono poggiati sullo sterno e le spalle solo completamente rilassate.

Questo mudra favorisce l’equilibrio dei cinque elementi che uniti ci rendono ciò che siamo, oltre a bilanciare i due emisferi del cervello, portandoci un po’ più vicini ad una condizione d’armonia e di connessione con il cuore.

Gli occhi
Sono concentrati nel punto che si trova al centro delle sopracciglia in corrispondenza di Ajna, il sesto chakra, ovvero il terzo occhio.

Come si canta
È possibile facendo un singolo respiro lungo, oppure con una velocissima inspirazione con la bocca, “succhiando” una piccola porzione d’aria, tra la prima e la seconda parte del mantra.

L’ Ong deve essere vibrato spingendo la punta della lingua sul fondo del palato molle. In questo modo la vibrazione, percepibile anche al livello della scatola cranica, stimola sensibilmente le ghiandole pituitaria, pineale e l’ipotalamo.

Dopo tre ripetizioni dell’Adi Mantra, saremo nella condizione migliore possibile per entrare in relazione con ciò che è dentro di noi, fuori di noi e con ciò che non “ancora” non siamo noi.

Ma serve solo ad inizio lezione?
Un’altra qualità di questo mantra è quella di cambiare uno stato d’animo “grezzo” in uno più “alto”. La voce del “Guru” suggerirà sottilmente alcune domande in grado di liberare il “Dev”. Alcune di queste potrebbero essere: Chi sono? Cosa mi sta fermando? Ho altre scelte possibili da fare? Qual è il mio percorso? Provare a rispondere a questa “interrogazione” sicuramente potrebbe essere difficile e se non sai come fare puoi chiedere aiuto al “maestro interiore” mentre continui a vibrare il mantra… Non è così severo come sembra, però, se non lo vedi, se non chiedi, non t’aiuterà.

E più d’ogni cosa, ricorda che c’è bisogno di te per suonare l’armonia universale, quindi vibra l’Adi mantra, accorda il tua anima e regala al mondo la tua melodia. Tutti siamo indispensabili. Tutti siamo necessari.

Sat Nam